Scritto da: Marco Pancini, European Senior Policy Counsel

Per apparire tra i link sponsorizzati di Google, gli inserzionisti scelgono delle parole chiave cui associare i propri annunci. In Europa è nato un dibattito sull’utilizzo di marchi registrati come parole chiave. Da sempre pensiamo che il miglior servizio per gli utenti sia permette loro di ricevere quante più informazioni possibile attraverso gli annunci pubblicitari provenienti dalle loro ricerche.

Abbiamo difeso la nostra posizione fino alla Corte di Giustizia Europea, la quale ha stabilito attraverso una sentenza che Google non ha violato la legge sui diritti dei marchi permettendo agli inserzionisti di fare offerte su parole chiave che corrispondono a marchi di cui sono titolari terze parti.

Per questo oggi Google annuncia un importante cambiamento nelle proprie policy che regolano l’utilizzo dei marchi in Europa e nell’area europea di libero scambio (EFTA).

Attivo a partire dal 14 settembre, questo aggiornamento delle policy permetterà alle aziende che fanno pubblicità su Google in Europa di utilizzare i marchi come parole chiave. In questo modo quando un utente digiterà il nome di un’azienda che produce televisori, potrebbe trovare informazioni pubblicitarie da parte di rivenditori, siti d’opinione e venditori di seconda mano, oltre agli annunci di altri produttori. In base alle direttive precedenti adottate da Google in Europa, i titolari di marchi potevano presentare un reclamo per impedire l’associazione del loro marchio con annunci pubblicitari di terze parti.

Questo cambiamento consentirà alle policy di Google relative all’utilizzo dei marchi in Europa di rispecchiare quelle già adottate dall’azienda in altre parti del mondo. Gli inserzionisti possono infatti utilizzare marchi di terze parti in USA e Canada sin dal 2004, nel Regno Unito e Irlanda dal 2008 e in molti altri Paesi dal maggio 2009. L’elenco completo dei Paesi in cui viene applicata questa policy è disponibile
qui.

I marchi fanno parte della nostra cultura e della nostra vita di tutti i giorni, dato che ci aiutano ad identificare i prodotti e i servizi di cui potremmo avere bisogno e Google li rispetta. Infatti a seguito di questo aggiornamento di policy, qualora un titolare di un marchio ritenesse che la pubblicità di terze parti, associata al suo marchio, ha l'effetto di confondere gli utenti sulla provenienza dei beni e servizi pubblicizzati, potrà segnalarcelo. Se Google accerta che quello specifico annuncio genera in effetti confusione negli utenti sull’origine dei beni e dei servizi pubblicizzati, l’inserzione verrà rimossa.

Noi crediamo che gli utenti navighino consapevolmente e sappiano distinguere gli annunci, da dove provengono e cosa rappresentano. Crediamo inoltre che un maggior numero d’informazioni pertinenti sia di di beneficio per loro. Il principio guida di Google è sempre stato considerare la pubblicità come un vantaggio per gli utenti, con l’obiettivo di assicurare che gli annunci siano pertinenti e utili. Crediamo che la nuova policy sui marchi di Google confermi questo principio.